
BNL Focus: Il 2019 e il “Grande Lockdown” in Italia
È online l’ultimo numero di BNL Focus il settimanale del Servizio Studi BNL Gruppo BNP Paribas, diretto da Giovanni Ajassa, che fa il punto sulla congiuntura economica in Italia e all’estero.
BNL Focus approfondisce i grandi temi dell’economia italiana: le imprese, il “Made in Italy”, la competitività del paese, le famiglie, i consumi, il mercato immobiliare, le banche e il risparmio. Il Focus del Servizio Studi BNL è la finestra aperta sull’Italia e sul mondo dal network globale della ricerca economica del Gruppo BNP Paribas.
BNL Focus – 27 aprile 2020
Editoriale – Tra fase 1 e fase 2
Si dibatte molto sulla “fase 2” in maniera alquanto distinta dagli sviluppi della “fase 1”. Eppure, anche solo incrociando le previsioni di decrescita formulate dal Fondo Monetario Internazionale con le evidenze dell’andamento dell’epidemia, si potrebbe capire come i due elementi vadano a congiungersi. Basterebbe guardare al modello di successo della Corea: un’economia per la quale il FMI prevede quest’anno una riduzione del PIL di appena l’uno per cento e dove il tasso di mortalità della pandemia si ferma a quattro deceduti per milione di abitanti contro valori compresi tra 300 e 400 unità registrati fino ad ora in Italia e in Spagna. La lezione coreana è che la pandemia si può contenere in attesa del vaccino a patto di utilizzare un arsenale che vada oltre la quarantena inventata dai veneziani già qualche secolo fa.
Il 2019 e il “Grande Lockdown” in Italia
L’epidemia di Covid-19 costerà 9mila miliardi di dollari a livello mondiale: una contrazione del -3% del Pil nel 2020. Il tasso di crescita annuo delle economie avanzate sarà in media del -6% e l’Italia subirà l’arresto più grave -9,1% nel 2020. Il Fondo monetario internazionale la definisce la “Crisi del Grande Lockdown”, una recessione senza precedenti per le sue cause e il suo impatto, più profonda della Crisi finanziaria del 2008.
In Italia l’effetto diretto del lockdown sui consumi di beni e servizi finali delle famiglie, riconducibili all’interruzione delle attività di produzione, sarebbe del -10% su base annua, se le misure restrittive previste nei decreti governativi del 9, del 22 e del 25 marzo si estendessero fino a fine giugno. Il valore aggiunto si ridurrebbe del 4,5%, circa 69.700 miliardi, se fosse calcolato sui numeri realizzati nel 2019.
Nel mercato del lavoro, gli occupati nei settori abilitati al proseguimento delle attività sono 15,4 milioni (66%) sull’intero territorio nazionale. Il Mezzogiorno registra la percentuale più elevata con il 70,6% (4,4 milioni) di occupati nei settori attivi, seguito dal Centro (68%) e dal Nord (63%).
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