Mese di Borsa: online il numero di ottobre

October 8, 2013

Un Mese di Borsa è il magazine di BNP Paribas – BNL  che contiene approfondimenti sui mercati, accurate analisi dei sottostanti, interviste esclusive ad economisti.

 

Un Mese di Borsa –  Ottobre 2013

Torna la Trading Online Expo a Milano
Appuntamento con il trading questo mese a Palazzo Mezzanotte, a Milano. Il 24 e il 25 ottobre prende il via l’undicesima edizione della Trading Online Expo. La manifestazione autunnale sul mondo del trading e dell’investimento online, che come di consueto si tiene nella sede della Borsa Italiana, è rivolta ai trader professionisti ma soprattutto ai piccoli risparmiatori desiderosi di migliorare le proprie competenze su alcune tematiche e strumenti finanziari per operare al meglio sui mercati.
La due giorni milanese prevede un programma molto intenso di seminari gratuiti e corsi di formazione con taglio istituzionale e professionale organizzati da Borsa Italiana e arricchiti dalla collaborazione dei trader professionisti, delle società emittenti e delle associazioni di settore.
La Trading Online Expo rappresenta un appuntamento imperdibile per i risparmiatori che vogliono incontrare i maggiori broker online attivi sul mercato italiano, le società di servizi al trading, community online e i media finanziari. L’accesso del pubblico alla manifestazione è gratuito previa registrazione sul sito di Borsa Italiana.

Anche quest’anno BNP Paribas prende parte alla manifestazione con uno stand espositivo presso il quale il team presenta al pubblico la propria gamma di prodotti finanziari e le ultime novità di prodotto.

Baidu, il motore di ricerca cinese che sfida Google
E’ stato ribattezzato l’anti Google d’Asia. Il riferimento è a Baidu, la società internet cinese che ha dato vita nel 2000 al principale motore di ricerca nella lingua della Repubblica popolare. Pur essendo utilizzato solo in Cina (di recente è stata rilasciata la versione giapponese) e nonostante le scontate limitazioni linguistiche Baidu è conosciuto in tutto il mondo. Che la società fondata da Robin Li rivesta una posizione di primo piano nel panorama tecnologico internazionale è infatti confermato dai dati di Alexa Ranking, leader nelle analisi statistiche in Rete, che posiziona Baidu al quinto posto nella classifica dei 500 maggiori siti al mondo. Il motore di ricerca cinese ha davanti a sè “mostri della Rete” del calibro di Google (primo al mondo), Facebook, Youtube e Yahoo!

Anche Baidu guarda con estrema attenzione al mondo della telefonia mobile. Tanto che di recente ha comprato 91 Wireless, sborsando quasi 2 miliardi di dollari. L’acquisizione di 91 Wireless, società attiva sul mercato delle applicazioni per smartphone, rappresenta una delle maggiori operazioni effettuate nell’ambito della Rete cinese.

In testa ai pensieri dei vertici di Baidu non ci sono però solo connessioni mobili e app, ma anche e-commerce. A fine agosto il colosso cinese della ricerca online ha rilevato una partecipazione di maggioranza, pari al 59%, nel sito di vendite online Nuomi.com per una cifra pari a circa 160 milioni. E infine c’è anche il progetto Baidu Eye. La possibile risposta del motore di ricerca asiatico ai Google Glass. Un gadget da indossare di cui non è ancora trapelato molto.

Effetto Siria, il petrolio torna a scaldarsi
La crisi siriana ha riportato sotto i riflettori il petrolio, con il Brent che a fine agosto è schizzato ai massimi degli ultimi sei mesi in area 117 dollari al barile. I timori di un attacco militare statunitense hanno subito scaldato i prezzi del greggio, poi arretrati in scia all’accordo Usa-Russia per il disarmo dell’arsenale chimico di Damasco. La strada della via diplomatica ha quindi raffreddato le paure di conseguenze imprevedibili per la stabilità dell’intero Medio Oriente. La Siria, infatti, rappresenta una piccola goccia nel mare della produzione petrolifera. Prima della guerra civile, Damasco produceva 380 mila barili al giorno, scesi in maggio a circa 50 mila barili. Molto poco se si considerano gli oltre 10 milioni di barili della vicina Arabia Saudita e i circa 4 milioni del temutissimo Iran. La crisi siriana ha però spaventato i mercati soprattutto per via degli effetti che un attacco militare potrebbe avere sulla regione dove si concentra il grosso dell’offerta petrolifera. Gli investitori hanno inoltre rispettato uno schema che si verifica spesso quando c’è in ballo l’oro nero: rialzo dei prezzi nel periodo che precede il conflitto seguito da una discesa quando le ostilità iniziano davvero.
Dove andranno i prezzi

Secondo le visioni più estreme, un attacco militare contro la Siria potrebbe spingere il Brent al record storico di 150 dollari, mentre una guerra lampo farebbe lievitare i prezzi in area 120-125 dollari. Quotazioni che dovrebbero comunque scendere velocemente perché l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) potrebbe decidere di rilasciare parte delle sue riserve strategiche. Una vittoria della strategia diplomatica, sposata anche dal consensus Bloomberg, dovrebbe invece riportare il Brent a 104 dollari entro la fine del primo semestre del 2014.

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