
Un Mese di Borsa: online il numero di novembre
Un Mese di Borsa è il magazine di BNP Paribas – BNL che contiene approfondimenti sui mercati, accurate analisi dei sottostanti, interviste esclusive ad economisti.
Un Mese di Borsa. Novembre 2015
Prodottidiborsa.com, il sito di BNP Paribas, lancia la Watchlist per tenere monitorato il tuo portafoglio
Nell’era del sempre connessi, al pc o allo smartphone, è possibile monitorare i propri investimenti minuto per minuto, istante dopo istante. Un indubbio vantaggio, anche se spesso, per svariate esigenze, non è sempre possibile rimanere inchiodati di fronte allo schermo e osservare in maniera così puntuale i propri investimenti. Per rendere questo compito più semplice BNP Paribas ha deciso di aggiornare www.prodottidiborsa.com, apportando delle modifiche alla Watchlist, la sezione del sito che permette di tenere sempre sotto controllo gli strumenti e i titoli preferiti. La novità principale riguarda il servizio gratuito “Alert/Avvisi” che consente di avere degli aggiornamenti costanti sui prodotti, inviati direttamente nella casella di posta, senza dover verificare la pagina dello strumento. La nuova Watchlist di Prodotti di Borsa diventa così il primo portafoglio virtuale sul mercato italiano che offre un servizio di Alert automatico sui Certificates selezionati. Ma come funziona? E’ possibile impostare degli avvisi personalizzati per essere sempre informati in tempo reale su quello che accade ai prodotti scelti. Prodottidiborsa.com è il sito dedicato all’offerta di Certificati di Investimento e a Leva (Leva Fissa, Turbo, Mini Futures) e Obbligazioni in valuta di BNP Paribas. Il sito offre le quotazioni in tempo reale dei prodotti di investimento, utili strumenti e informazioni oltre che una sezione educational per conoscere più approfonditamente l’ampia gamma di prodotti BNL-BNP Paribas.
Dieselgate: dove potrà condurre Volkswagen?
Il Dieselgate, così ribattezzato lo scandalo sulle emissioni truccate nei motori diesel, che ha travolto Volkswagen non si è ancora esaurito e continuerà a produrre conseguenze significative su più fronti anche nei prossimi mesi. Sia sul piano legale, in attesa dei verdetti delle inchieste avviate in tutto il mondo, a quello più interno, di organizzazione, gestione e valutazione dell’impatto finanziario della vicenda sul gruppo. Misurare gli effetti dello scandalo che ha scosso Volkswagen è difficile anche solo per la casa automobilistica tedesca. Tuttavia le conseguenze potrebbero essere di ampia portata. Sia perché il settore auto ha un indotto importante e internazionale, sia perché è la stessa immagine della Germania a essere a rischio.
Marchi: la tecnologia USA domina ancora nella classifica “Best Global Brands”
Anche nel 2015 è la tecnologia americana a dominare la classifica “Best Global Brands” di Interbrand, che ogni anno calcola il valore dei primi 100 marchi al mondo. Per il terzo anno consecutivo, Apple e Google si riconfermano ai vertici della classifica dei brand di maggiore valore su scala globale. La protagonista assoluta è stata ancora una volta Apple che ha staccato ulteriormente la concorrenza segnando un balzo di valore del 43% a 170,3 miliardi di dollari. Secondo posto per il colosso di Mountain View: il brand Google, valutato 120,3 miliardi di dollari, ha incrementato il proprio valore del 12% rispetto al 2014.
L’assalto tecnologico in classifica ha visto Microsoft posizionarsi al quarto posto con 67,7 miliardi (+11%), sorpassando Ibm a 65,1 miliardi (-10%). Importante balzo in avanti per Amazon che, per la prima volta, entra nella “Top 10” registrando un valore del brand pari a 37,95 miliardi. Tra i testimonial italiani la top 100 vede due marchi storici del lusso “made in Italy”: Gucci e Prada, entrambi segnati da un anno di sfide. Tra i nuovi ingressi del 2015 i mattoncini della danese Lego che si è posizionata all’82esimo posto; PayPal, la società americana attiva nel settore dei servizi di pagamento, che ha agguantato la 97esima posizione.Giunta alla sedicesima edizione, la classifica Best Global Brands identifica ogni anno i 100 brand globali a maggiore valore economico.
Euro/dollaro, a dettare i tempi sono Fed e Bce
La divergenza delle politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico potrebbe innescare nuovi ribassi dell’euro.
La coppia di valute regina del Forex è stata protagonista di importanti movimenti nell’ultimo anno dettati dal progressivo disallinearsi delle politiche monetarie delle rispettive aree, Eurozona e Stati Uniti. Da un lato la Federal Reserve (Fed) si appresta al primo rialzo dei tassi dal 2006; dall’altro la Bce sta contrastando il rischio deflazione con costo del denaro atteso inchiodato a zero (tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali allo 0,05%) ancora a lungo. L’istituto guidato da Mario Draghi, che a marzo ha avviato un piano di quantitative easing (QE) da 60 miliardi di euro al mese per un totale di oltre 1.100 miliardi fino a settembre 2016, è pronto a potenziare le misure di stimolo fiscale già dal prossimo meeting di dicembre per contrastare al meglio le pressioni deflattive (a settembre l’inflazione è tornata in negativo, -0,1% a/a) e i rischi al ribasso sull’outlook economico. Sul tavolo il possibile ampliamento del QE, ma anche un ulteriore taglio dei tassi sui depositi (attualmente a -0,20%).
Proprio la svolta in seno alla Bce, insieme alle attese per la prima stretta monetaria da parte della Fed, ha impresso un’accelerazione al trend ribassista del cambio euro/dollaro che a marzo ha toccato i minimi a 12 anni, non lontano dalla parità che alcuni analisti ritengono possa essere violata al ribasso nei prossimi trimestri.
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